E' il 16 Giugno del 1938, si gioca la semifinale tra Brasile e Italia ma il giocatore più atteso, il futuro capocannoniere del torneo, non gioca. Il Ct Brasiliano, ha deciso di risparmiarlo per la finale, una finale che Leonidas non giocherà mai.
Leonidàs chiuse il mondiale del 1938 con sette gol, segnando in tutte e 4 le partite giocate.
Forse, con la sua presenza in semifinale, il mondiale sarebbe potuto andare diversamente.
Il centravanti brasiliano non ebbe mai la possibilità di rifarsi, l'Europa entrò in guerra e per il diamante nero non ci fu una terza possibilità per provare a diventare Campione del Mondo dopo i Mondiali del 1934 e del 1938.
Eduardo Galeano ha descritto così colui il quale i brasiliani sono convinti essere stato l'inventore della bicicletta:
Aveva la stazza, la velocità e la malizia di una zanzara.
Nel
mondiale del 1938, un giornalista francese del periodico Match gli
contò sei gambe, e ritenne che tante gambe erano roba da magia nera.
Io non so se il giornalista francese fece caso che, oltretutto, le molte gambe di Leonidàs potevano allungarsi di vari metri e si piegavano e riannodavano in modo diabolico.
Leonidàs da Silva entrò il campo il giorno in cui Artur Friedenreich, ormai quarantenne si ritirò.
Ricevette lo scettro dal vecchio maestro.
In poco tempo il suo nome era già una marca di sigarette e cioccolatini.
Riceveva più lettere di un divo del cinema: le lettere gli chiedevano una foto, un autografo o un impiego pubblico.
Leonidàs segnò molti gol, che non contò mai.
Molti li realizzò sospeso in aria, coi piedi che giravano, a testa in giù, di spalle alla porta: era molto abile nelle acrobazie della cilena, che i brasiliani chiamano la bicicletta.
I gol di Leonidàs erano così belli che anche i portieri avversari si rialzavano per congratularsi.
Eduardo Galeano, Splendori e miserie del gioco del calcio.
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